E’ oramai noto agli addetti del settore il cosiddetto decreto “Controlli” – d.m. 1 settembre 2021 , nel quale si vuole valorizzare la figura del tecnico manutentore dei presidi antincendio, istituendo il percorso di qualifica professionale obbligatoria, con tanto di corso presso società specialistiche del settore ed esame presso il Corpo dei VVF.

Anche se non specificamente sottolineate nel decreto stesso, il lavoro del tecnico manutentore richiede altre abilità di natura diversa che richiedono qualità più spiccatamente di tipo relazionale , come una buona capacità di comunicare in modo chiaro e trasparente, il sapersi muovere in contesti di lavoro di gruppo e il saper gestire costruttivamente dei conflitti che possono presentarsi sia con i clienti, i responsabili delle attività e soprattutto con il proprio datore di lavoro.

E’ abbastanza chiaro come il manutentore antincendio altro non sia che la parte terminale di un imbuto in cui vengono convogliate sia le esigenze del responsabile di impianto, a cui interessa sostanzialmente effettuare le manutenzioni dei propri presidi antincendio conformemente ai requisiti minimi delle norme e le esigenze del proprio datore di lavoro di soddisfare il cliente ma in linea con il budget disponibile e contrattato in fase di trattativa.

Spesso però capita che le due esigenze, a ordine di manutenzione già acquisito , entrino di volta in volta in conflitto con il procedere delle attività di manutenzione, soprattutto per non completi chiarimenti effettuati nelle fasi precedenti l‘acquisizione del contratto, che possono disorientare e rendere indeciso e quindi comunque ostacolare l’operato del tecnico manutentore, spesso costretto a dover mediare tra le due esigenze del datore di lavoro di velocizzare le attività e del responsabile di impianto di chiarire alcuni aspetti sulle procedure eseguite.

Prevenire e meglio che curare come diceva un noto spot di qualche hanno fa.

Sulla base di quanto sopra , appare importante l’esigenza di effettuare, in fase di gara o assegnazione dei contratti, allineamenti tecnici coerenti con quanto richiede la norma .

Queste difficoltà sono oggi molto evidenti negli impianti di spegnimento incendi a gas, soprattutto alla luce dell’oramai non più recente aggiornamento normativo della norma UNI 11280:2020 tutta italiana, nella quale restano ancora dubbi su alcuni requisiti richiesti.

La criticità appare poi molto importante se soprattutto si considera come tali impianti, se manutenuti in maniera impropria, possono causare seri danni agli operatori oltrechè all’ambiente e ai beni protetti.

Per tale motivo, al fine di garantire che i controlli possano iniziare al meglio, in assoluta trasparenza e chiarezza per promuovere una collaborazione più armoniosa con il responsabile dell’impianto, è doveroso che l’azienda di manutenzione elabori preventivi chiari e completi sia dal punto di vista normativo che economico.

Questo requisito potrebbe rientrare tra quelli richiesti per il percorso di qualifica delle aziende di manutenzione antincendio, in fase di definizione (vd rif. 1).

Lo scopo di questo articolo, scritto dall’Ing. Gianmatteo Galia e pubblicato nella sua interezza dalla rivista ANTINCENDIO di EPC Editore del mese di Aprile 2025 , è appunto quello di proporre dei punti chiave che devono essere identificati ed esaminati in fase di preventivazione al fine di redigere dei capitolati di gara o dei preventivi quanto più completi per la manutenzione degli impianti antincendio a gas.

Questo in quanto si è convinti come in generale una maggiore attenzione nella fase di preventivazione possa determinare condizioni più favorevoli per una corretta e più armoniosa esecuzione delle attività di manutenzione.